Storia
Ultimo aggiornamento: 17 aprile 2025, 10:30
Dalle origini al 1300
Benché non esistano documenti per stabilire con precisione a quale epoca risalga l'abitazione di queste terre, tuttavia la toponomastica e gli studi paleontologici recano prove sicure per dimostrare che, fino dagli antichi tempi, vari popoli scesero nella nostra pianura e fermarono le loro abitazioni sulle rive dell'Oglio. Infatti, quando le terre erano impraticabili per le foreste e le paludi, le rive dei fiumi erano le uniche vie alle immigrazioni dei popoli.
Gabriele Rosa giustamente avverte che "pel Po, pel Mincio, per l'Adda, per l'Oglio, nei tempi preistorici risalivano Liburni, Veneti, Umbri ed Etruschi, rimontando per l'Oglio a Canneto. ad Ostiano e più ancora a Pontevico, stazione commerciale, che, prima dei Romani, dovette portare altro nome".
È noto, poi, che sulle rive dell'Oglio nei pressi di Robecco sarebbe sorta, secondo alcuni e come segna la Tavola Peutigeriana o Teodosiana, l'antica Bedriaco, città Gallo-Romana e forse Etrusca. (Questa insigne Tavola indica le vie militari Romane nell'Impero d'Occidente, le distanze dei luoghi che fiancheggiano le vie, i capiluoghi, le fortezze, le colonie.
Pare probabile venisse compilata nell'anno 333 per ordine dell'imperatore Teodosio, dal quale prese il nome). Tombe ed iscrizioni Romane con vari oggetti dell'epoca si rinvennero a Robecco, Pontevico, Binanuova, Seniga.
Per approndire leggere Notizie generali - Primi popoli - Alfiano, Pieve, Grumone, Aspice - Periodo longobardo.
Dal 1300 al 1700
Poiché al principio del secolo XIV ricominciarono le scorrerie dei Bresciani a Robecco, Pieve, Corte, Alfiano, e dei Cremonesi a Pontevico ed ai castelli bresciani, la città di Cremona anche per evitare cause di nuovi conflitti pensò di rafforzare tutti i passi sull'Oglio. Il pubblico Archivio ci offre in data 1301 un documento importante.
È un elenco di Capitani, ufficiali ai quali erano affidati tutti i militi atti alle armi del contado cremonese, distribuiti come in quartiere. Vi si legge che Robecco, Alfiano. Corte de' Frati, Scandolara, Aspice, Quistro, Villasco, Carpaneta, dipendevano da Vespasiano Stanga.
Da questo documento risulta che sopraddetti in determinati giorni dovevano tenere addestrate le milizie, passarle in rivista ogni mese e condurle inquadrate e armate ove lo richiedesse il bisogno della patria.
Dal 1700 al 1934
Nel tratto che da Noci conduce a Grumone e specialmente lungo il Cavo omonimo, ancor oggi esistono ad intervalli dei rialzamenti del terreno. Sono un avanzo dell'antico "Trincerone", fatto costruire nel 1648 con terra e fascine dal marchese Caracena governatore di Milano per tener lontano da Cremona, già stretta d'assedio, l'esercito Francese.
Il Trincerone incominciava a S. Bernardo (Cremona) e terminava a Grumone misurando, comprese alcune sinuosità, 10 miglia. Il Lando dice che "... egli stesso (Caracena) di notte tempo percorreva a cavallo le varie stazioni militari fissate lungo il trincerone, da Grumone alla città, per comunicare di persona gli ordini agli ufficiali, per animare i soldati e sempre più incitarli alla resistenza, promettendo loro premi. E per assicurar meglio i posti principali del Vallo, trasse fuori da Cremona anche le milizie capitanate dal Principe Trivulzio e dal Demanzi, distribuendole in quelle stazioni contro le quali egli temeva fossero più facilmente rivolti gli assalti dei nemici".
Per approfondire leggere Il Trincerone - Battaglia di Grumone
Il 25 aprile 1945 a Corte de' Frati
La prima attività svolta dai Patrioti di questo Comune risale al periodo clandestino, estate 1944 - primavera 1945, col formarsi di un piccolo gruppo di cospiratori costituenti poi il locale Comitato di Liberazione Nazionale.
Circa una settimana avanti il 25 aprile il detto Comitato impartisce i primi ordini e sceglie i primi uomini (Sapisti) incaricati del ricupero di tutte le armi possibili e del servizio informativo.
Per approfondire leggere Il 25 Aprile 1945 nel racconto di don Mario Bozzuffi.
Per la storia dei luoghi del territorio leggere L'Oratorio di San Rocco e La Chiesa di San Damaso